Alpi Ribelli


Storie di montagna, resistenza e utopia 

Enrico Camanni, saggista e storico dell'alpinismo, attraverso un affascinante percorso storico-aneddotico ci restituisce l'immagine di una 'montagna' vissuta, nel corso dei secoli, come rifugio e luogo d'elezione per fuggiaschi, eretici, ribelli e anime libere... 

'Dalla leggendaria lotta di Guglielmo Tell, un filo sottile lega le terre alte alla tentazione della ribellione. In oltre settecento anni di storia, le ‘Alpi libere’ hanno avuto seguaci autorevoli e interpreti esemplari.
Dagli artigiani eretici che si sacrificarono con Fra Dolcino ai piedi del Monte Rosa, ai partigiani che fermarono i nazifascisti sulle montagne di Cuneo e Belluno, fino ai movimenti contemporanei contro il treno ad alta velocità in Valle di Susa. Questo libro raccoglie le storie dei montanari e degli alpinisti che seppero disubbidire agli ordini, costruendo sulle montagne rifugi di resistenza, avamposti di autonomia e laboratori di innovazione sociale.
Come una risorgiva carsica che emerge dalle profondità del tempo, la montagna si ricorda di essere diversa e fa sentire la sua voce fuori dal coro. Una vecchia idea, forse un’utopia, che non ha ceduto al consumismo delle pianure e rinasce di tanto in tanto in forme nuove e dirompenti. In mezzo al conformismo della maggioranza valligiana, si alza il grido di chi rivendica una diversità geografica e culturale, compiacendosi dell’antico vizio montanaro di sentirsi speciali e ospitare i diversi, i ribelli, i resistenti, gli eretici.'

Editori Laterza 2016

    

 

 

 

Ascensioni, escursioni e traversate nei bacini Gura, Mulinet e Levanne


La sezione Cai di Venaria Reale presenta una nuova guida a cura di Marco Blatto: 

"Non si contano più le volte che ho percorso questa porzione di Alpi Graie meridionali, prima, nel tentativo di ripetere quelle vie che avevano così profondamente segnato un lungo periodo della storia dell’alpinismo torinese, poi, alla ricerca di prime ripetizioni, prime invernali e nuove possibilità di salita in stile tradizionale. Ho così maturato negli anni un profondo interesse alpinistico e geografico per quest’angolo selvaggio delle Alpi, sicuramente guidato, agli esordi, dalla mirabile monografia di Luigi Vaccarone: “La parete terminale della Val Grande di Lanzo” pubblicata sul Bollettino CAI del 1887. Sono quindi rimasto affascinato dalla figura di Giuseppe Corrà, vero precursore di quell’alpinismo esplorativo che nella seconda metà dell’Ottocento avrebbe superato il tradizionale rapporto professionista-cliente, aprendo le porte al successivo “alpinismo senza guida”. Altrettanto fascino l’hanno esercitato le salite un po’ visionarie qui effettuate dell’amico Andrea Mellano, così come quelle di “ricerca” di Ugo Manera, esaustivamente raccontate in un’ulteriore pregevole monografia per la Rivista del CAI dell’aprile 1970. E certo non potrei dimenticare Firmino Palozzi, detto “Palo”, Gian Piero Motti, Gian Carlo Grassi, che come altri nomi dell’alpinismo accademico subalpino hanno fortemente impresso la storia di questo microcosmo roccioso, che non ha nulla da invidiare, per severità e isolamento, ad altri gruppi più blasonati delle Alpi occidentali. Su queste montagne si è preservato un terreno di gioco del tutto privo di quelle facilitazioni che, un’ottusa corrente di pensiero, vorrebbe assumere quale biglietto assicurato per l’andata e il ritorno alla cima o alla parete. Ciò significherebbe soltanto consegnare l’alpinismo alla mediocrità, privando l’azione della sua naturale componente di incertezza e di rischio.Questa monografia non parla però soltanto di ascensioni alpinistiche d’impegno, ma anche di escursioni e traversate per tutti, primo passo per avvicinarsi al più complesso ed esigente mondo dell’alpinismo".

Le prime albe del mondo


Le prime albe del mondo di Marco Albino Ferrari, Editori Laterza 2014

«La via sulla Est del Petit Capucin era stata ripetuta pochissime volte, e la mia speranza era di trovare con un po’ di fortuna uno dei chiodi originali piantati dallo stesso Gervasutti e rimasti in parete ad arrugginire per quasi mezzo secolo. Ciò che stavo per compiere – ed era ciò che più mi eccitava – era il ritorno su antiche tracce alpinistiche ormai quasi dimenticate. Era l’esplorazione di un’antica esplorazione».

Lo storico fondatore della rivista Meridiani Montagne, Marco Albino Ferrari,  ripercorre luoghi e personalità di spicco della storia dell'alpinismo mondiale in un testo carico di suggestioni e ricco di aneddoti.


 

Occhi di brace e artigli di ghiaccio


Occhi di brace e artigli di ghiaccio, di Gianluca Menichetti, edizioni Cinquemarzo

Gianluca è un ragazzo che da circa sette anni combatte contro una malattia cronica, la sclerosi multipla. Sin dall'esordio della sua malattia capisce che la sua vita sarà improntata su due parole cardini: coraggio e sfida. Improvvisamente però un’immane sciagura colpirà la terra e lo porrà di fronte a un’ennesima avventura e forse alla sfida finale.
In uno scenario desolante di distruzione decide dunque di mettersi in viaggio per raggiungere la sua città di origine e tornare dai suoi cari affrontando un cammino pericoloso e difficoltoso.
Ma una volta raggiunta la sua famiglia capisce che non era quella la sua meta finale e che la sua vera battaglia non è finita.
Non è nel buio di un riparo che riesce a trovare la sua pace. Tutte le notti una bestia dagli occhi rossi e dagli artigli lunghi lo insegue e lo tormenta. In questa visione lui rivede se stesso e la sua malattia che si reincarna nel demone oscuro che tormenta i suoi sogni. Così dopo una decisione sofferta intraprende un viaggio avventuroso verso le sue amate cime alpine, cercando di misurare se stesso e le sue forze al cospetto della natura incontaminata e selvaggia, quella stessa natura capace di ridargli tutte le volte le energie necessarie per affrontare con grinta la sua vita. Sarà quella dunque la sua ultima grande battaglia tra le sue due parti, sognando così l’ultima grande sfida contro la sua bestia.

La storia dell'alpinismo


La Storia dell’Alpinismo di Gian Piero Motti, riedizione e aggiornamento a cura di Enrico Camanni, I Licheni

“Grande alpinista in proprio, Motti ha vivissimi e inquieti interessi culturali, che gli permettono di collocare l’alpinismo entro la storia e la civiltà dei diversi paesi, mettendolo in relazione con lo sviluppo delle idee e del costume, coi fatti sociali e politici, insomma vedendolo come quel fenomeno di cultura, e non solamente sportivo, che esso è. Ciò gli ha permesso di produrre un’opera che non ha l’eguale in italiano; ma anche all’estero esiste qualcosa che si possa paragonare a questa Storia dell’Alpinismo, per ampiezza di informazione e per appassionata vivacità?”. Così scriveva il critico e storico torinese Massimo Mila il 29 settembre 1978, recensendo per “La Stampa” la prima edizione de La Storia dell’Alpinismo. Oggi (fine 2013) questa grande opera viene ripubblicata da Priuli & Verlucca in una nuova edizione curata da Enrico Camanni, con un aggiornamento approfondito e attuale che rivisita l’introduzione, le schede e la fondamentale bibliografia. Un lavoro che esamina la storiografia dell’epopea alpinistica, senza specchiarsi nella cronaca dell’attualità: le schede partono da “La preistoria dell’alpinismo” e arrivano ad un accenno di ciò che successe nella seconda parte degli anni Novanta.