Concluso il Corso Avanzato di escursionsmo 2025

La seconda uscita è stata tutta dedicata alle prove di progressione su neve residua primaverile.
Alla testata della Val Grande di Lanzo ci siamo inerpicati sul sentiero per il rifugio Daviso, stravolto in diversi punti dalle enormi valanghe di fine inverno; raggiunto il rio Bramafam, immissario della Gura, si è aperto lo strabiliante spettacolo della natura selvaggia che le nostre montagne possono offrire all’escursionista: l’intero vallone è apparso imprigionato da un’impressionante massa di neve svalangata che nascondeva il torrente e i suoi immissari; scelti i punti chiave in cui operare e calzati i ramponi, a gruppi, abbiamo affrontato con gli allievi le manovre di autoarresto con piccozza, le manovre di corda e le tecniche di progressione su questo terreno sconnesso e infido.
L’uscita è stata impreziosita dalla compagnia di Marco Blatto, esploratore infaticabile e massimo conoscitore delle alte valli di Lanzo, che ha dedicato la fine della giornata ad approfondire con gli allievi gli aspetti più tecnici della progressione con picca e ramponi.

Il gruppo nel Vallone della Gura

Giusto il tempo di ricaricare le energie e con l’inizio di giugno siamo ripartiti verso la selvaggia Val Maira per affrontare una classica ed emozionante salita: la seducente Rocca La Meja. Rincorsi dalla minaccia di un temporale che, per fortuna, ha deciso di stazionare a qualche chilometro dal nostro obiettivo, abbiamo esplorato le verdi pendici dell’altera rocca cercando le tracce di sentiero che ne danno accesso. Tra esposte cenge e verticali passaggi, si è ripreso mano alle tecniche viste nel vallone della Gura per affrontare il canale sommitale innevato raggiungendo la panoramica vetta a fine mattinata. La lunga ma appagante discesa si è quindi conclusa con solide e meritate libagioni a fondo valle.

Siamo a metà corso e lo spirito è sempre più alto! Appena una settimana dopo la Meja siamo di nuovo in marcia in valle Stretta a confrontarci con l’aerea dorsale di Punta quattro Sorelle, un’altra giornata di meteo terso e caldo a ripassare tecniche di orientamento e organizzazione del gruppo in questo dolomitico angolo delle Alpi del Moncenisio, in attesa di affrontare l’uscita di due giorni.

Per la prevista esperienza di rifugio in quota scegliamo uno dei più remoti ricoveri delle nostre valli, il rifugio Vaccarone, eroicamente gestito dal mitico Andrea.

Saliti nella prima giornata di apertura stagionale abbiamo fatto esperienza diretta di tutte le complesse problematiche insite nel mantenere operativa una struttura di quel genere. A otto chilometri e novecento metri di dislivello dal parcheggio sopra Exilles, a quota 2747 m, il piccolo ma accogliente rifugio è ripartito grazie alla passione dei soci del CAI di Chiomonte e del gestore che sono riusciti nel breve volgere di una mattinata a riallacciare il collegamento alla fonte di acqua sepolto sotto la neve, e gestire il primo volo di approvvigionamento, permettendoci di occupare l’intera struttura (bivacco compreso!) per una notte.

Il pomeriggio è stato dedicato allo studio del complesso percorso previsto per il giorno successivo: la traversata in quota del vallone dell’Agnello e del residuo glacio-nevaio Ferrand verso il vallone del Galambra. La traversata, interamente innevata fino al bivacco Blais, ha rappresentato la prova finale del modulo B: una lunga cavalcata in una conca ex glaciale di straordinaria bellezza, su un percorso poco frequentato, a scarsa o nulla segnalazione, culminata con la salita della magnifica punta Niblè.

Alla fine di quest’avventura il meteo instabile ci ha raggiunti deviando l’ultima fatica verso la remota Vallée de la Claré dove abbiamo cercato una appagante conclusione salendo la Pointe des Cerces: venti chilometri tra laghi alpini e irti pinnacoli in un’ultima tersa giornata di inizio luglio.

Stanchi ma soddisfatti chiudiamo questo capitolo, iniziato a settembre scorso, salutando con nostalgia tutti i ragazzi e le ragazze che ci hanno seguito con pazienza e dedizione in questa avventura e con lo sguardo già rivolto al prossimo inizio: il corso base 2025.

Buone montagne a tutti!

Federico Camedda

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